Con un telegramma del 17 Novembre scorso, Sua Eccellenza il Prefetto di Salerno ha invitato il Signor, anzi il Capitano T.O. dei bersaglieri, LUIGI FEREOLI, a ritirare il 9/12/2010, nel corso della cerimonia organizzata al Cinema-Teatro Augusteo di Salerno, la “Medaglia d’Onore” a lui concessa dal Presidente della Repubblica, ai sensi della legge n. 396 del 27/12/2006. Con detta legge e la concessione della “Medaglia d’onore”, la Repubblica Italiana ha inteso riconoscere, a titolo soprattutto “morale”, il sacrificio dei propri cittadini deportati e “internati” nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale, ai quali, se militavi veniva negato, per ovvi motivi politici, lo status di “prigionieri di guerra”, secondo quando imposto dall’allora governo nazista con la “Convenzione di Ginevra” del 27/07/1929. E, nei confronti di prigionieri che rivestivano i gradi di ufficiale, che non avevano dato l’adesione alla Repubblica di Salò, tali norme, specialmente quelle che tutelavano la non obbligatorietà del lavoro, furono ignorate, anzi calpestate!!!
Dopo queste considerazioni, non si può che essere soddisfatti perché, una volta tanto, venga, seppure simbolicamente, riconosciuto il merito dovuto a chi, per ideali non facilmente rintracciabili nei comportamenti di vita che viviamo, non ha pensato ai rischi, ai pericoli anche per la propria vita ai quali poteva andare incontro… e di rischi, nei ventisei mesi di “villeggiatura” tedesca, l’amico Gigi ne ha affrontate parecchi. La fame, il freddo, le malattie, l’arroganza e la brutalità dei carcerieri, e negli ultimi mesi anche il pericolo delle bombe degli aerei alleati che assediavano Amburgo (ultima sede dopo il trasferimento di campo a seguito dell’arretramento del fronte russo) misero a dura prova la sua resistenza fisica. Resistenza fisica che in uno che ha la consapevolezza di non avere motivi comportamentali dei quali, come soldato, rimproverarsi, gli hanno consentito, nelle prime ore dell’11 agosto 1945 (al termine dei suoi 54 mesi di “avventura” militare), di riabbracciare i suoi familiari e rivedere il poco “rimasto” della Bellizzi di allora, a seguito degli eventi bellici di cui era stato teatro.
Per la Bellizzi di oggi, a Gigi, gli diciamo GRAZIE per l’aiuto che ci hai dato per realizzarla. Ne fanno fede i suoi 24 anni di permanenza nel Consiglio Comunale di Montecorvino Rovella e i 14 nel Comune di Bellizzi.
Gli amici e i colleghi del gruppo consiliare di Città PossibileDopo queste considerazioni, non si può che essere soddisfatti perché, una volta tanto, venga, seppure simbolicamente, riconosciuto il merito dovuto a chi, per ideali non facilmente rintracciabili nei comportamenti di vita che viviamo, non ha pensato ai rischi, ai pericoli anche per la propria vita ai quali poteva andare incontro… e di rischi, nei ventisei mesi di “villeggiatura” tedesca, l’amico Gigi ne ha affrontate parecchi. La fame, il freddo, le malattie, l’arroganza e la brutalità dei carcerieri, e negli ultimi mesi anche il pericolo delle bombe degli aerei alleati che assediavano Amburgo (ultima sede dopo il trasferimento di campo a seguito dell’arretramento del fronte russo) misero a dura prova la sua resistenza fisica. Resistenza fisica che in uno che ha la consapevolezza di non avere motivi comportamentali dei quali, come soldato, rimproverarsi, gli hanno consentito, nelle prime ore dell’11 agosto 1945 (al termine dei suoi 54 mesi di “avventura” militare), di riabbracciare i suoi familiari e rivedere il poco “rimasto” della Bellizzi di allora, a seguito degli eventi bellici di cui era stato teatro.
Per la Bellizzi di oggi, a Gigi, gli diciamo GRAZIE per l’aiuto che ci hai dato per realizzarla. Ne fanno fede i suoi 24 anni di permanenza nel Consiglio Comunale di Montecorvino Rovella e i 14 nel Comune di Bellizzi.