Coinvolto nell'inchiesta sulla P3, il sindaco di Pontecagnano ha lasciato l'incarico di presidente dell'aeroporto Salerno-Costa d'Amalfi e di assessore regionale e provinciale.
C’è un politico campano del Pdl che sotto la canicola dell’estate sta vedendo sparire le sue poltrone a una a una, come nei Dieci Piccoli Indiani. Si chiama Ernesto Sica e nei giorni felici in cui non era indagato con l’accusa di aver prodotto il transdossier contro il Governatore della Campania Stefano Caldoro era arrivato a collezionare gli incarichi di assessore regionale all’Avvocatura, assessore provinciale ai Trasporti, presidente dell’aeroporto “Salerno-Costa d’Amalfi” e sindaco di Pontecagnano (Salerno). Incarichi che stanno evaporando con il caldo e con l’esplosione dell’inchiesta di Roma sulla P3 e sulla cricca dell’eolico. Inchiesta nella quale il sindaco ha un ruolo di attore protagonista nella storia più piccante delle carte dei pm, quella in cui in piena campagna elettorale si cerca di fabbricare su Caldoro uno scandalo alla Marrazzo nel tentativo (fallito) di stopparne la discesa in campo, per spianare la strada a Nicola Cosentino.
E ora Sica, scaricato da molti amici e compagni di partito che gli stanno voltando le spalle dopo lo scandalo, mantiene solo la poltrona di primo cittadino. Dopo essere uscito dalla giunta provinciale a giugno, e dopo essere stato ‘invitato’ a luglio a dimettersi dalla giunta regionale da un Caldoro assai piccato per avere al suo fianco uno che avrebbe tramato per impedirne la candidatura, ieri Sica ha dovuto dire addio alla guida dell’aeroporto. Defenestrato da una congiura di azionisti – Camera di Commercio, Comune di Salerno, Provincia di Salerno – che hanno tagliato l’esile filo del patto grazie al quale Sica era stato nominato nel dicembre scorso. E’ stato sacrificato sull’altare di due obiettivi: ripulire l’immagine dell’aeroporto – inevitabilmente macchiata dal coinvolgimento del presidente in un’inchiesta giudiziaria di cui sta parlando tutta Italia – e chiudere al più presto un’intesa con Alitalia per ridare slancio a uno scalo che ricade per intero sul territorio di Pontecagnano, dove non decolla un aereo dall’8 maggio e dove c’è il rischio che crescano le erbacce. La trattativa con la compagnia di bandiera non ha mai entusiasmato il presidente uscente, perplesso su costi e modalità. Sica ha infatti votato no all’ipotesi di accordo con Alitalia (comunque approvato), pochi minuti prima che l’assemblea dei soci mettesse in moto le procedure per deliberarne la sostituzione con Giovanni Romano, che potrebbe presto puntare al record del suo predecessore in materia di cumulo di poltrone (è anche assessore regionale all’Ambiente e sindaco di Mercato San Severino). Bisognerebbe chiedersi perché in Campania il doppio-triplo-quadruplo incarico sta diventando una prassi.
Sica non ha accolto bene la sfiducia, orchestrata dal presidente Pdl della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli e dal presidente della Camera di Commercio Augusto Strianese con il silenzio-assenso del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. “E’ stata un’azione piratesca – ha detto ad Angela Cappetta del Corriere del Mezzogiorno – di una volgarità assoluta e inaudita, non perché sono attaccato alla poltrona, ma da un punto di vista umano”. Sica ce l’ha con “gli sciacalli umani che continuano a gettare discredito sulla mia persona con il solo intento di conservare le loro poltrone”. La parola ‘poltrona’ ricorre spesso nel vocabolario dell’ex assessore – ex presidente, che annuncia una conferenza stampa per giovedì prossimo. Sperando che poi la faccia davvero: quella indetta subito dopo le dimissioni da assessore regionale, nella quale avrebbe dovuto chiarire la scabrosa vicenda e affrontare le domande dei giornalisti, venne annullata.
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)
C’è un politico campano del Pdl che sotto la canicola dell’estate sta vedendo sparire le sue poltrone a una a una, come nei Dieci Piccoli Indiani. Si chiama Ernesto Sica e nei giorni felici in cui non era indagato con l’accusa di aver prodotto il transdossier contro il Governatore della Campania Stefano Caldoro era arrivato a collezionare gli incarichi di assessore regionale all’Avvocatura, assessore provinciale ai Trasporti, presidente dell’aeroporto “Salerno-Costa d’Amalfi” e sindaco di Pontecagnano (Salerno). Incarichi che stanno evaporando con il caldo e con l’esplosione dell’inchiesta di Roma sulla P3 e sulla cricca dell’eolico. Inchiesta nella quale il sindaco ha un ruolo di attore protagonista nella storia più piccante delle carte dei pm, quella in cui in piena campagna elettorale si cerca di fabbricare su Caldoro uno scandalo alla Marrazzo nel tentativo (fallito) di stopparne la discesa in campo, per spianare la strada a Nicola Cosentino.
E ora Sica, scaricato da molti amici e compagni di partito che gli stanno voltando le spalle dopo lo scandalo, mantiene solo la poltrona di primo cittadino. Dopo essere uscito dalla giunta provinciale a giugno, e dopo essere stato ‘invitato’ a luglio a dimettersi dalla giunta regionale da un Caldoro assai piccato per avere al suo fianco uno che avrebbe tramato per impedirne la candidatura, ieri Sica ha dovuto dire addio alla guida dell’aeroporto. Defenestrato da una congiura di azionisti – Camera di Commercio, Comune di Salerno, Provincia di Salerno – che hanno tagliato l’esile filo del patto grazie al quale Sica era stato nominato nel dicembre scorso. E’ stato sacrificato sull’altare di due obiettivi: ripulire l’immagine dell’aeroporto – inevitabilmente macchiata dal coinvolgimento del presidente in un’inchiesta giudiziaria di cui sta parlando tutta Italia – e chiudere al più presto un’intesa con Alitalia per ridare slancio a uno scalo che ricade per intero sul territorio di Pontecagnano, dove non decolla un aereo dall’8 maggio e dove c’è il rischio che crescano le erbacce. La trattativa con la compagnia di bandiera non ha mai entusiasmato il presidente uscente, perplesso su costi e modalità. Sica ha infatti votato no all’ipotesi di accordo con Alitalia (comunque approvato), pochi minuti prima che l’assemblea dei soci mettesse in moto le procedure per deliberarne la sostituzione con Giovanni Romano, che potrebbe presto puntare al record del suo predecessore in materia di cumulo di poltrone (è anche assessore regionale all’Ambiente e sindaco di Mercato San Severino). Bisognerebbe chiedersi perché in Campania il doppio-triplo-quadruplo incarico sta diventando una prassi.
Sica non ha accolto bene la sfiducia, orchestrata dal presidente Pdl della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli e dal presidente della Camera di Commercio Augusto Strianese con il silenzio-assenso del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. “E’ stata un’azione piratesca – ha detto ad Angela Cappetta del Corriere del Mezzogiorno – di una volgarità assoluta e inaudita, non perché sono attaccato alla poltrona, ma da un punto di vista umano”. Sica ce l’ha con “gli sciacalli umani che continuano a gettare discredito sulla mia persona con il solo intento di conservare le loro poltrone”. La parola ‘poltrona’ ricorre spesso nel vocabolario dell’ex assessore – ex presidente, che annuncia una conferenza stampa per giovedì prossimo. Sperando che poi la faccia davvero: quella indetta subito dopo le dimissioni da assessore regionale, nella quale avrebbe dovuto chiarire la scabrosa vicenda e affrontare le domande dei giornalisti, venne annullata.