Cento posti di lavoro in meno al Cstp, aumenti fino al 50 per cento delle attuali tariffe pagate dagli utenti. Sono queste le conseguenze preventivabili dei tagli al settore del trasporto pubblico previsti nella manovra finanziaria varata dal Governo, i cui effetti non tarderanno ad arrivare. «Giá da settembre - sostiene il segretario provinciale della Filt Cgil, Vito Luciano - la riduzione dei finanziamenti comporterá grosse difficoltá. Soprattutto per i ceti più deboli, per i pensionati, i pendolari e gli studenti, che saranno sempre più spesso costretti a viaggiare con mezzi propri piuttosto che usare il trasporto pubblico». E proprio per denunciare le conseguenze dei tagli, lunedi scorso la Filt Cgil ha organizzato un punto informativo all’ingresso della stazione ferroviaria di Salerno. Alcuni lavoratori del Cstp e del gruppo Ferrovie dello Stato, aderenti al sindacato, hanno distribuito alle centinaia di pendolari che utilizzavano treni e autobus, dei volantini informativi. Proprio la riduzione del chilometraggio comporterá le due emergenze prospettate dal sindacato: o licenziamenti, o aumenti indiscriminati della tariffe del sistema Unico Campania. «Se si riducono i chilometri - fa osservare il segretario provinciale della Filt Cgil - si riduce anche la forza lavoro necessaria a produrli, che, solo per il Cstp, vorrebbe dire cento lavoratori in meno tra autisti, meccanici e impiegati. L’altra opzione è che i tagli si ripercuotano sui viaggiatori, con aumenti fino al 50 per cento. Ciò vuol dire che un biglietto che ora costa 1,10 euro, da settembre potrebbe costare anche 1,70 euro».