Bellizzi perde ancora. 55-59, in casa, contro la Cus Caserta, squadra di buon livello ma affatto irresistibile. La serie nera dei gialloblu allenati da coach Coppola continua, ma stavolta, oltre alla sfortuna, che pur li perseguita, bisogna fare altre e necessarie riflessioni. A “Bellizzi”, per chi ancora non lo avesse capito, il giocattolo si è rotto o, se proprio non lo si vuol dire tale, quantomeno rovinato parecchio. Virgolettiamo Bellizzi non a caso: il campionato dei gialloblu, infatti, sembra sempre più vissuto in trasferta, da stranieri in patria, anche e soprattutto quando si gioca in casa. Perché anche se Pontecagnano è vicina e il pubblico ha comunque modo di seguire la squadra, ciò che sembra lontano, anni luce, è quel clima di gioia, di sicurezza, a volte di spavalderia anche contro gli avversari più forti, che si respirava sugli spalti del Berlinguer. Lo scorso anno il BB giocava in casa e lo faceva per davvero. E quando la situazione in campo diventava complicata, il pubblico era sempre pronto a rispondere e a dare quella spinta in più che tante volte ha fatto segnare punti impossibili, correre quando si era stanchi, vincere partite quando sembravano perse. Se il buon giorno si vede dal mattino, come recita il vecchio adagio, allora tutti i segnali di tempesta di questa estate non hanno fatto altro che anticipare il presente grigio, nebuloso, tutt’altro che frutto del semplice fattore tecnico. Il Basket Bellizzi, oggi, ha certamente a che fare con una situazione di emergenza, in termini di uomini: mancano pedine importantissime come Sandro De Vita, capace di raddrizzare da solo situazioni difficili; manca la freschezza di giovani come Capua, oltre all’apporto di forza ed esperienza che Caramico, Corrado e Gasparro non possono dare per motivi diversi; manca anche la condizione di parecchi titolari, falcidiati da una serie di infortuni, da un allenamento fatto a sprazzi, da una preparazione praticamente inesistente. La competenza tecnica del nuovo coach c’è e lo si era visto da subito. Da tutto il resto, però, non si può prescindere. E non si può certo assumere come giustificazione il fatto che il tasso tecnico del campionato regionale sia più alto: i nostri ragazzi hanno tecnica e testa più che sufficienti per superare avversari anche di caratura superiore. O quantomeno per superare formazioni come Caserta, ultima a scendere in campo contro i gialloblu. Domenica sera il match, giocato alla scuola Picentia, ha visto i nostri sempre ad inseguire il vantaggio ospite. Tutti i parziali sono stati a favore dei casertani, tranne quello del terzo quarto, quando Bassano è riuscito a mettersi in evidenza. Positive le prove di Pesce, Luca De Vita e dello stesso Bassano, purtroppo non accompagnate da una prestazione di rilievo del resto dei compagni. Ciò che è apparso evidente, in campo, è stata la poca tranquillità che non ha permesso di essere lucidi a canestro: troppe volte i possessi sono stati gestiti male, o con eccessiva precipitazione. La palla è finita spesso sul ferro o la si è persa in maniera ingenua. E quando succede, quasi mai è una questione di tecnica o di tattica, che non possono esser state messe nel cassetto, ma di testa. Quando la palla non entra è quasi sempre perché non credi che possa entrare o perché in campo non ti diverti. E il clima di sfiducia, finanche di distanza che si respira intorno alla squadra, non aiuta di certo. Più che vedere il BB a soli 4 punti in classifica, è molto triste vederne le magliette senza uno sponsor, non sentire i cori e i tamburi sugli spalti, ascoltare genitori e ragazzini che, per strada, ti chiedono dove e se si potrà ancora giocare a basket nel nostro paese. E questo vale infinitamente di più di una semplice partita persa. Tutto questo, forse, potrebbe tornare, ma non solo con il lavoro di staff tecnico e società. Potrebbe tornare con l’apporto di tutti: tra questi, alcuni dovrebbero fare un passo in avanti, altri uno indietro. L’importante e che ci si senta coinvolti, tutti. Perché, per chi l’avesse dimenticato, su quella maglia c’è scritto Basket, ma soprattutto “Bellizzi”.
Diego Di Giuseppe - Ufficio Stampa Basket Bellizzi