Idv Bellizzi parte con la raccolta delle firme per i 3 referendum (nucleare - privatizzazione dell'acqua e legittimo impedimento). Silenzio assoluto da parte dell’amministrazione comunale di Bellizzi. Idem per Pontecagnano, Pugliano e Rovella.
Il circolo “Falcone e Borsellino” dell’Italia dei Valori di Bellizzi da il via, da Domenica 16 Maggio e per tutte le domeniche a seguire, fino al 30 di Luglio, alla raccolta firme per i tre referendum con i quali si vogliono abolire la legge sulla privatizzazione dell’acqua, la legge che permette nuovamente la costruzione di centrali nucleari in Italia e contro il legittimo impedimento. “Tutti, indipendentemente dalle loro idee politiche dovrebbero venire a firmare, anche solo per uno dei tre referendum. – ci dice il coordinatore cittadino Matteo Russo - La firma di ognuno di questi tre referendum è vitale per la difesa dei nostri diritti. L’esigenza nasce in seguito alla promulgazione, da parte del Parlamento, di leggi cosiddette ad personam e di leggi considerate eticamente e moralmente compromettenti per la società e l’ambiente. Inoltre, il referendum sull’acqua proposto dall’Idv e quello proposto dai comitati per l’acqua non vanno in conflitto in quanto non sono esclusivi e la firma ad entrambi non crea alcun problema burocratico”. Il segretario Russo ci illustra, nel dettaglio, quali sono i tre referendum proposti:
- Ferma l’impedimento è il primo dei tre referendum. Sotto i riflettori c’è la recente approvazione del legittimo impedimento, che ha sostituito l’ex lodo Alfano che rendeva immuni alla giustizia le tre cariche più alte dello stato, dichiarato anticostituzionale dalla Corte Costituzionale lo scorso 7 Ottobre.
- Blocca il nucleare è il secondo referendum che dà la possibilità ai cittadini di riconfermare o cambiare il voto espresso l’8 e 9 Novembre 1987. L’argomentazione usata dal Governo è, a loro dire, la totale sicurezza delle nuove centrali nucleari (sarebbero operative non prima del 2020, invece l’inizio dei lavori è stimato per il 2013). Esse verrebbero a costare all’Italia tra i 35 e i 40 miliardi di euro.
- Difendi l’acqua, ultimo dei referendum proposti, incoraggia i cittadini a preservare ciò che è loro per diritto. Italia dei Valori riporta due esempi: quello di Parigi, che dopo 25 anni di gestione privata ha deciso di ritornare alla gestione pubblica; il secondo esempio, invece, è tutto italiano: la cittadina di Aprilia, in provincia di Latina, incarna l’esempio perfetto della volontà popolare. Da anni le famiglie rinunciavano a pagare il surplus spropositato dovuto ai costi di gestione, pagando direttamente le sue bollette al comune. I giudici di pace e il Consiglio di Stato hanno appoggiato i cittadini non definendoli sudditi ma persone che hanno il diritto di esprimere il proprio dissenso. “Il disastro di Cernobil è ancora vivo nei nostri ricordi – ci dice Matteo Russo - e il nostro Paese è tra i più ricchi di energie rinnovabili quali il sole, il vento e l’energia geotermica. In tale ottica appare assurdo questo passo indietro. Ricordiamo inoltre che uno dei siti individuati per la costruzione delle nuove centrali potrebbe essere proprio la piana del Sele, - continua il segretario Russo – e mentre i Governatori della Lombardia, del Veneto e del Piemonte hanno detto che sono favorevoli alla costruzione di nuove centrali ma che loro sono autosufficienti e che quindi devono essere costruite altrove, dal Governatore della Campania non abbiamo ancora ascoltato niente, lo stesso dicasi da parte del Presidente della Provincia, on. Cirielli. Neanche un lontano balbettio. Stesso discorso per le amministrazioni locali. Dall’amministrazione Salvioli non abbiamo ancora sentito niente o letto in qualche atto ufficiale quale è la loro posizione per quanto riguarda la privatizzazione dell’acqua e delle centrali nucleari. Non credo che le amministrazioni di Rovella, di Pugliano e di Pontecagnano abbiano motivo di essere felici se dovesse essere costruita qui da noi una centrale nucleare. Noi siamo contro le centrali anche se dovessero essere costruite a Nusco o Ceppaloni. Qui non c’entra il colore politico. Qui è il gioco la salute e la nostra vita. Possibile mai che questi amministratori non avvertono il peso e la responsabilità di un così serio problema solo per appartenenza politica? Non basta ancora che la campania e il nostro territorio è stato devastato per decenni da discariche di ogni tipo? Lo sa queste gente che nelle nostre zone vi è la più alta mortalità per tumore? Provate a chiedere cosa ne pensano ai familiari di chi ci ha lasciato la pelle. Concludo rinnovando l’invito a partecipare alla raccolta firme. Sarà possibile firmare da domenica prossima al gazebo su Via Roma o presso la sede della nostra sezione tutte le sere dalle 17.00 alle 22.00 fino al 31 luglio con un documento di indennità valido.”