Ore di sostegno diminuite in quasi tutte le scuole d'Italia se non addirittura dimezzate, com'è accaduto a un bambino disabile di Como e a un altro alunno di Firenze. Da 22 ore settimanali che erano l'anno scorso sono diventate 11. A Bellizzi, invece, in provincia di Salerno, a un bimbo down di 10 anni che frequenta la terza elementare gliene sono state assegnate soltanto due. Dopodichè "resta 'da solo' in classe disturbando gli altri bambini e l'insegnante perché cerca attenzione", dice la zia. Nella bagarre dei numeri, le lamentele questa volta arrivano dai genitori, o comunque dai parenti, dei diretti interessati che, constatata la situazione dopo l'inizio delle scuole, hanno scritto alcune lettere alla redazione di Superabile.it, il contact center dell'Inail per la disabilità. E a confermare la tendenza c'è anche lo Sportello nazionale scuola dell'Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale).
"Quest'anno mio figlio, che è autistico e frequenta il terzo anno in una scuola primaria in provincia di Como, ha solo 11 ore di sostegno settimanali contro le 22 dell'anno scorso. Dubito fortemente che riuscirà a mantenere la media dell'otto in italiano e matematica senza l'aiuto della sua insegnante che lo assiste nella scrittura facilitata e nella lettura. Qualcuno mi sa spiegare in che senso sono stati scongiurati i tagli?", scrive una mamma. Il padre di un bimbo di 9 anni che frequenta la terza elementare in una scuola di Firenze, a cui hanno ridotto le ore di sostegno da 22 a 10, vorrebbe invece "fare ricorso al Tar della Toscana", si legge nella lettera, così come anche i genitori del bambino di Bellizzi hanno intenzione di "procedere legalmente".
Circa la diminuzione delle ore di sostegno "stanno arrivando molte segnalazioni da tutte le parti del Paese", commenta Lilia Manganaro, responsabile dello Sportello nazionale scuola dell'Anffas. Le ore sono state "dimezzate solo in alcune scuole, ma la tendenza a una diminuzione del sostegno è comunque generalizzata un po' dappertutto. Un problema che ha sollevato anche il Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno. "E tocca ai dirigenti delle singole scuole farsi valere nei confronti degli uffici scolastici provinciali e regionali per ottenere qualcosa di più. Altrimenti saranno gli insegnanti curriculari a dover farsi carico degli alunni disabili per il resto delle lezioni", continua Lilia Manganaro.
(Fonte: SuperAbile Inail)